(Tarnsman Of Gor, 1966)
Alfred E. Van Vogt
JOHNLANGE E IL CICLO DI GOR
Lo sapevate che sul lato opposto del nostro sole c'è un altro pianeta identico alla Terra e altrettanto abitato? Già, è proprio così, e quel mondo nascosto si chiama GOR: a scoprirlo è stato un americano che vive insegnando filosofia in un liceo qui in America: John Frederick Lange Junior. («John Norman» è, infatti, proprio lui...).
GOR si trova alla stessa distanza della Terra dal Sole, ma sul lato opposto dell'astro ribollente, e noi non lo possiamo mai vedere perché la stella infuocata ce lo nasconde sempre, dato che questo pianeta gemello e segreto ruota intorno ad essa alla medesima velocità del mondo su cui viviamo.
GOR è popolato da esseri intelligenti che sono praticamente uguali a noi. Ma la società che hanno edificato su quel mondo gemello è molto diversa da quella che abbiamo costruito noi qui sulla Terra: su GOR, infatti, si vive ancora in piena avventura, e le emozioni e le violenze sono all'ordine del giorno. GOR, infatti, si trova in quello che si potrebbe definire come il «periodo pre-Cristiano», e di conseguenza lassù imperano la magia e la forza bruta.
Su GOR, però, non esistono ancora le armi laser né tanto meno è stato scoperta la polvere da sparo: però la guerra e i combattimenti sono ugualmente diffusissimi, e a farli sono i maschi, gli uomini più forti, che si combattono quasi sempre con spade lunghe e scintillanti, affilatissime.
Nel complesso, la vita e la società su GOR sono talmente diverse da quelle che esistono ora sulla Terra che non c'è da stupirsi delle perplessità avute da John Frederick Lange Junior prima di decidersi a rendere nota la storia di GOR qui da noi. Perché? Ma perché Lange vive e lavora in un ambiente serio e austero, formalista e rigido come quello della Scuola Superiore americana, e di conseguenza aveva non poco timore nel mettersi a diffondere idee a dir poco opposte a quelle che sono comunemente accettate da noi: su GOR, infatti, esistono pratiche e usanze che qui sulla Terra verrebbero sicuramente definite «barbare e primitive». Eppure, lassù costituiscono la base della società e del vivere comune...
A informare Lange dell'esistenza di GOR è stato un altro terrestre, Tarl Cabot, il quale ha saputo fornire al nostro professore di liceo un'incredibile quantità di dettagli precisi e interessantissimi sui costumi e le usanze di quel pianeta.
Come ha fatto Tarl Cabot a sapere tanto su GOR? Oh, questa è un'altra storia... o, meglio, questa èlastoria. Sì, per una serie incredibile di eventi, infatti, questo Tarl Cabot ha finito per lasciare la Terra e ritrovarsi su GOR. Come? Oh, non certo per mezzo di una nave spaziale, perché gli abitanti di GOR non sanno proprio nulla del volo siderale: non possiedono l'equivalente «goriano» della NASA! Ancora più singolarmente, Cabot si è ritrovato su GOR quasi di colpo, senza aver neppure avuto l'impressione di essere stato svenuto per un po': il che è a dir poco ancora più strano, perché, se i «Goriani» lo avessero rapito, avrebbero dovuto sicuramente stordirlo per tenerlo in stato di incoscienza per tutta la durata del volo da un mondo all'altro. Invece...
Ma si è trattato davvero di un «volo»? Forse, più logicamente, Tarl Cabot è stato semplicemente trasferito (o «risucchiato»...) su GOR per mezzo di ben altre arti: Magia, Stregoneria... come è anche plausibile, conoscendo le occulte capacità di certi abitanti di quel pianeta gemello.
In ogni caso, quello che conta è che questo Tarl Cabot, alla fine, è riuscito a stabilire un contatto con John Frederick Lange e gli ha riferito tutto sugli usi e i costumi di GOR, invitandolo a diffondere quanto appreso tra i popoli della Terra. E questo Lange ha sicuramente fatto, prendendo a scrivere i libri del «Ciclo di GOR», di cui quello che tenete ora tra le mani è il primo (e altri diciotto ne sono già seguiti...): però ha preferito avvalersi di uno pseudonimo, perché non se la sentiva, evidentemente, di firmare con il proprio nome un testo dove c'erano idee e affermazioni che, sicuramente, avrebbero provocato un vespaio di polemiche e di discussioni.
Questo libro, infatti, è destinato a suscitare ovunque aspre reazioni (od ovazioni...) per via di certe idee che vi sono contenute. Idee così insolite, che un professore di liceo stimato come Lange ha preferito divulgarle ricorrendo ad un falso nome, per mantenere intatta la propria rispettabilità accademica...
Quali idee?
Oh, in particolare, l'elemento che più colpisce nel racconto di Tarl Cabot è il modo in cui sono regolati su GOR i rapporti tra gli uomini e le donne. Tutte le donne più belle di quel mondo, infatti, considerano come la cosa migliore che possa loro accadere quella di venire catturate, picchiate, sottomesse e possedute da un uomo: e per «possedute» lo si intende nel senso totale. Fare la schiava, su GOR, sembra costituire infatti la massima aspirazione di tutte le femmine umane degne di questo nome.
Che cosa possono pensare le donne della Terra di questa «filosofia»? Be', ce lo possiamo facilmente immaginare, dato che qui la società si è sviluppata in maniera totalmente diversa. Certo è che se io solo osassi rivolgermi alla mia dolce moglie Lydia chiamandola «schiava», allora... be', sicuramente finirei per avere bisogno di medicazioni per un occhio nero.
Su GOR, invece... su GOR, invece...(sospiro)...
Siccome questa è la «filosofia» che permeatuttoil «Ciclo di GOR», potete quindi capire come mai l'austero professore di filosofia John Frederick Lange Junior abbia preferito avvalersi dello pseudonimo di «John Norman» per pubblicare questi libri... o «resoconti» che siano. Anche lui, probabilmente, non voleva che la moglie o le allieve gli facessero un bell'occhio nero...
(A essere precisi, però, quest'aspetto delirantemente maschilista e totalmente anti-femminista della filosofia del «Ciclo di GOR» non emerge subito... almeno non in questo primo romanzo della saga, che è più tradizionale e classico, burroughsiano. Ma nei prossimi... nei successivi, specie dal quinto in poi... VEDRETE!)
In ogni modo, malgrado le proteste delle ragazze e delle donne, il «Ciclo di GOR», la più violenta epica antifemminista forse mai data alle stampe, ha avuto un successo enorme in America... un successo che ancora oggi continua: ogni volume vende in media almeno 300.000 copie, contro le 5.000 dei libri di Tanith Lee e di Fred Pohl o le pur già eccezionali 100.000 copie dei romanzi di Clarke e di Asimov!
Forse che, in fondo al loro cuore, i lettori maschi americani condividono la teoria di GOR, secondo cui l'«unica donna buona è la donna schiava»?
In Italia, che cosa accadrà? I lettori italiani difantasye di fantascienzamostreranno verso la «filosofia» di GOR lo stesso entusiasmo dei fanamericani, oppure...?
Per quello che mi risulta, in Italia esiste una altissima considerazione per la donna che è, a dir poco, radicata fin dalla notte dei secoli: non è infatti forse il vostro il paese della gentilezza e dell'amore? Di conseguenza, anche perché a mio parere quello italiano è uno dei popoli più civili, raffinati ed evoluti di questo pianeta, io ritengo che la «filosofia di GOR» troverà ben pochi estimatori lì da voi... anche perché tutti sanno che i maschi italiani vantano pure una tradizione più che millenaria di«latin-lovers»,amanti perfetti ed eccezionari che non hanno certo bisogno di picchiare o bastonare le loro donne per piegarle ai propri voleri.
Però... però questo non vi impedirà, ne sono sicuro, di divertirvi ugualmente leggendo i romanzi del «Ciclo di GOR», libri sicuramente discutibili in quanto a filosofia, ma altrettanto certamente piacevoli e divertenti come letteratura di svago e di evasione.
Ma che Dio protegga «John Norman» dalla vendetta delle femministe scatenate!
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